lunedì 19 marzo 2018

Cosa hanno chiesto gli elettori


Il 4 marzo 2018 gli elettori italiani si sono espressi in modo chiaro. Hanno premiato le forze sovraniste (Movimento Cinque Stelle, Lega, Fratelli d'Italia) e punito i partiti europeisti (Partito Democratico, Forza Italia, Liberi e Uguali).
Ciò non significa necessariamente che i sovranisti riusciranno a formare un governo. Né va esclusa l'eventualità che si torni in tempi più o meno stretti di nuovo al voto. Le incertezze sono dovute sia all'attuale legge elettorale proporzionale che alle forti divisioni esistenti tra i sovranisti.
In altre parole, non è detto che gli eletti riusciranno a soddisfare le richieste espresse dalla maggioranza degli elettori. Non nell'immediato, almeno.
La parabola degli europeisti è infatti discendente mentre quella dei sovranisti è in ascesa. Presto o tardi, magari dopo una nuova tornata elettorale, avremo perciò in Italia un governo a guida sovranista.
Dobbiamo rallegrarcene?
Sì, perché quel che i votanti esigono è tanto necessario quanto razionale. Desiderano semplicemente che le politiche economiche procicliche imposteci dall'Unione europea a trazione tedesca vengono sostituite da politiche di bilancio anticicliche che sostengano i consumi e gli investimenti, riducendo così la disoccupazione. Ed è appunto quello che i sovranisti, nei loro programmi elettorali, hanno promesso di realizzare.
Gli scettici ritengono che robuste misure anticicliche non siano attuabili. I mercati, o per meglio dire le banche francesi e tedesche, nonché la commissione europea riusciranno a impedircelo.
Tali critiche sarebbero fondate se mancasse lo strumento tecnico che consentirà di aggirare gli ostacoli.
Quale?
La moneta complementare.
Le proposte in campo (biglietti di stato, certificati di credito fiscale, minibot) non mancano e i sovranisti ne sono ben consapevoli. Grazie alla moneta complementare sarà possibile sganciarsi dall'euro senza formalmente uscirne attraverso una conversione, che avrebbe invece effetti letali.
Non resta dunque che avere un po' di pazienza e attendere il maturare degli eventi. Le catene che ci inchiodano alla crisi economica stanno forse per spezzarsi.

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