martedì 3 settembre 2019

Il lato debole dei minibot


Sarebbe forse il caso che noi italiani si cominci a pensare sul serio al futuro. Dobbiamo in buona sostanza chiederci se desideriamo o meno un avvenire migliore. Vogliamo o no superare la dolorosa situazione economica nella quale siamo impantanati? O preferiamo invece che il tasso di disoccupazione si mantenga in eterno al di sopra del dieci per cento?
A noi l'ardua risposta, non ai posteri.
La stagnazione di cui siamo vittime è lo strascico di politiche economiche dannose (ve lo ricordate il vetusto Monti Mario, alias il podestà forestiero?) imposteci dalla Germania per colpire il nostro sistema produttivo e avvantaggiare così il proprio. Sotto questo aspetto, il successo dei tedeschi è stato mirabolante. Dal 2008 a oggi la produzione manifatturiera italiana si è contratta di un quarto.
E' possibile uscirne? Sarebbe cioè davvero plausibile invertire il ciclo?
Sì, aumentando la spesa per investimenti e riducendo la pressione fiscale sulle imprese.
Facile a dirsi, obietterete voi, ma la spaventosa carenza d'investimenti privati e gli assurdi vincoli ai bilanci pubblici pretesi dai tedeschi, ossia dai padroni dell'Unione europea, rendono improbabile sia la riduzione della pressione fiscale sia l'avvio di un vigoroso programma d'investimenti pubblici che sopperisca alla mancanza di quelli privati.
Verità sacrosante. I trattati europei rappresentano un muro edificato per volontà dei tedeschi contro il quale ci si schianterà senza meno.
E allora?
Be', la soluzione è una e una soltanto. Bisogna introdurre una moneta complementare che ci consenta di aggirare o scavalcare il muro di cui sopra.
Una proposta in tal senso, come saprete, l'ha diffusa il deputato leghista Claudio Borghi. I minibot, appunto. Si tratta, in teoria, di un'idea impeccabile. In pratica, però, susciterebbe contraccolpi esiziali.
E ora vi spiego perché.
I minibot, come indica la loro denominazione, sarebbero pur sempre titoli del debito pubblico e, in quanto tali, andrebbero iscritti al passivo del bilancio dello stato. Una voce negativa tanto per dire, d'accordo, poiché sarebbero irredimibili e non frutterebbero interessi. Ma è appunto qui che sorgerebbero le dolenti note, in quanto uno dei modi con i quali si definisce la moneta a corso forzoso suona proprio così. La moneta è un titolo irredimibile che non frutta interessi.
In parole povere, i minibot sono assimilabili a banconote. E, com'è noto, i trattati europei vietano agli stati dell'eurozona di stamparne. Se li introducessimo, la Germania e i suoi accoliti ricorrerebbero immediatamente alla corte di giustizia dell'Unione. Non serve certo troppa fantasia per immaginare quale sarebbe la decisione della corte. Ci troveremmo, da capo, al di qua del succitato muro e avremmo, in più, salate sanzioni da pagare.

Per fortuna, un'alternativa ai minibot esiste. Alludo ai certificati di credito fiscale. Sarebbero moneta scritturale (o elettronica, come si dice adesso) e andrebbero iscritti all'attivo del bilancio statale, riducendo il deficit per un importo pari alla quantità anno per anno emessa. Nessuna corte di giustizia potrebbe eccepire alcunché sulla loro natura giuridicamente immune alle norme comunitarie. Ai tedeschi, se li introducessimo, non rimarrebbe che affogare la propria amarezza in una colossale sbronza di birra.

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