giovedì 28 febbraio 2013

L'immortalità dell'avventura


In ognuno i noi, diciamoci la verità, sprizza la scintilla dell’eroe avventuroso. Quanti di noi potranno infatti rinnegare la passione, a volte dichiarata a volte nascosta, in alcuni forte in altri debole, per il brivido che l’avventura – desiderata, bramata, sognata e, ahimé, raramente vissuta – sa regalarci?
Pochi, per non dire nessuno, rinnegheranno quella passione.
Ma la vita, si sa, è avara di desideri appagati. Quasi mai, pertanto, le nostre prosaiche esistenze assaporano le brillanti emozioni che vorremmo.
I libri, per fortuna, riescono tuttavia a darci ciò che la vita ci toglie. E nessuno oserà rimproverarmi, spero, se confesso d’aver letto di recente un romanzo d’avventure che soddisfa in pieno il bisogno di sentire sulla pelle i brividi di esperienze estreme.
Il suo autore è Pierluigi di Cosimo, il suo titolo ‘‘I rotoli dell’immortalità’’. Lo si trova, in versione elettronica, su Amazon.
Non mi è concesso, purtroppo, dilungarmi sulla trama, perché negherei il gusto della sorpresa a quanti volessero leggerlo dopo di me. Dirò solo che un anziano archeologo inglese, il professor Maurice, intuisce di ritrovarsi tra le mani le chiavi della sapienza e dell’immortalità e un’organizzazione occulta ma potente invia un proprio sicario, Mister X, a ucciderlo. Ma questo è appena l’inizio dell’intricata e appassionante vicenda i cui sviluppi ci mostrano una realtà sempre più amara man mano che ci si avvicina alla verità.
Di Cosimo, con prosa fluida e chiara, ci fa viaggiare dai Caraibi alla Puglia, dalla Puglia alla Grecia, dalla Grecia al deserto del Gobi, alla Gran Bretagna, alla Svizzera e, persino, alla mitica Agharti, dove vive una sotterranea civiltà d’esseri sapienti e immortali.
Non si creda ad ogni modo che il libro di Pierluigi di Cosimo sia soltanto un’abile costruzione di colpi di scena a non finire. Certo, la pirotecnica fantasia dell’autore si sbizzarrisce e nitrisce con magistrale vigore, i temi del libro sono però profondi e niente affatto asserviti al puro e semplice divertimento.
Non a caso, Eros e Thanatos costituiscono i veri protagonisti della storia, sia pure incarnati nei vari personaggi. E tra gli ingredienti troviamo l’amore filiale, l’amore paterno, come pure la passione amorosa tra uomo e donna. Non si pensi, inoltre, che l’eroe riuscirà a sconfiggere i cattivi senza pagare un alto prezzo. E neppure si pensi che la sua vittoria sarà assoluta. Perché l’eroe, l’individuo, non potrà mai smettere di temere la forza dell’organizzazione.
C’è sempre un Golia – lo stato, la mafia, le ideologie totalitarie – pronto a schiacciare Davide.



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