venerdì 19 settembre 2014

L'editore americano

Il primo aprile ricevetti una mail da una casa editrice americana, l’America Star Books, che si dichiarava disposta a tradurre e pubblicare i miei libri negli Stati Uniti.
Pensai subito al famigerato pesce, vista la coincidenza con il giorno appositamente dedicatogli. Provai a domandare ad alcuni colleghi se avessero pure loro ricevuto una simile missiva. Mi risposero di no, ma uno non mancò di ricordarmi che era il primo d’aprile.
Appunto.
Ciò malgrado la curiosità è femmina. E benché io non lo sia – femmina, intendo – non posso però sostenere di non essere curioso. (Eh, sì, diciamo la verità, certe frasi fatte sono proprio malfatte). Insomma, senza troppi giri di parole, cercai di scoprire se l’America Star Books esisteva o meno.
Esisteva.
O meglio, esiste.
A quel punto chiesi loro di mostrarmi un contratto tipo. Non si fecero pregare due volte e me lo spedirono a tambur battente. La cessione dei diritti avrebbe avuto la durata di tre anni. Il mio compenso sarebbe stato calcolato in percentuale al prezzo di vendita (sales price) del libro, che non penso corrisponda però a quello che noi chiamiamo prezzo di copertina (retail price). Qualora non avessero tradotto e pubblicato il libro entro un anno, il contratto andava considerato rescisso.
Mi parvero proposte accettabili e gli cedetti così i diritti per due miei libri, ‘‘Commedia all’italiana’’ e ‘‘Un buon sapore di morte’’, pubblicati in Italia in versione elettronica da Giuseppe Meligrana, il quale aveva comunque lasciato a me i diritti di traduzione.
Il diciotto agosto America Star Books m’inviò la copertina del primo libro tradotto, ‘‘Italian comedy’’, e le bozze. Per correggerle ci misi quasi una settimana. E devo riconoscere che il libro, nel limpido idioma di Al Capone, non ha perso nulla delle caratteristiche che lo caratterizzano nell’originale. Cattura e si fa leggere d’un fiato in entrambe le lingue. Segno che la traduzione è stata fatta come Dio comanda.
Questo piccolo episodio qualche soddisfazione me l’ha data, certo, ma non credo comunque d’avere adesso il diritto di vantarmi d’alcunché. Solo se i miei libri verranno venduti in America in quantità degne di nota mi sarà consentito provare un ragionevole orgoglio. Un autore è condannato al successo. Se non ha successo deve solo abbassare la cresta.
E’ la legge del mercato letterario, bellezza, che è uno dei più terribili mercati esistenti al mondo.
Vedremo cosa succederà.



2 commenti:

  1. ebbene non sarebbe il caso di regalarci un'informazione sull'amdamento di quest'operazione? Non pretendiamo numeri per non fare drizzare le orecchie a Iniqua-Italia ma una notiziola per soddisfare la curiosità che in questo particolre caso è maschia

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    1. Ma no, Corrado, ti do ben volentieri il numero. E cioè, zero. Molto tondo, come vedi.

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